Il ponte

Il ponte
Quadro di Enzo De Giorgi

sabato 27 febbraio 2010

Zelda

Caro Scott,


perché anche stamattina non posso fare a meno di amarLa nonostante tutto? Stanotte in preda alle più nere delle insonnie ho cercato di capire perché la mia vita sembra legata alla vostra a doppio nodo. Lei è in sé concluso, completo. Non ha bisogno di Zelda per vivere, per quanto ancora si ostini a voler danzare con lei. Credo che Lei assommi in sé il maschile e il femminile, il sole e la luna, e tutti gli elementi tutti, terra, aria, acqua e fuoco … sì, Lei ha tutto, Lei è tutto. E’ tutto in sé conchiuso. Non ha bisogno di Zelda Lei per vivere. Affatto. Anzi, al contrario: Zelda è l’incrinatura, è la distonia, è il meccanismo rotto che inceppa la macchina . Sì, Zelda un tempo è stata funzionale alla sua scrittura, serviva a dare movimento, forza drammatica e pathos alle parole dei Suoi romanzi … ma adesso? Non so Scott … ho come l’impressione di dovere andare, di dovere lasciarLa alla vita finalmente …
Stanotte ho pensato a questa nuova donna di cui mi dicono, questa ballerina che si è messa sulla Sua strada, ho pensato alle sue mani su di Lei, ho pensato alle mille carezze in cui potrete ritrovare quell’entusiasmo dell’amore che io non so più darLe da tanto. Stanotte ho immaginato le Sue mani Scott su di Lei, e vi ho odiato entrambi e poi vi ho amato di un pensiero d’amore che non so dire, vi ho regalato albe e tramonti nuovi e possibilità e sguardi e futuro prefigurandomi tutte le dolcezze del mondo, tutte per lei Goofy caro … Mi sembrava stanotte di poterLa abbandonare a questo sogno, mi sembrava di volerlo fare …
Stamattina amore, non so … è tutto così maledettamente difficile. Come faccio a lasciarLa andare? Mi sento così sola e spezzata e ancora più incrinata, come faccio a chiuderLe davvero la porta? Non so se ce la farò. Lei non mi ha deluso Scott, affatto. Mio adorabile amante dei distillati, stamattina Lei è nell’aria che respiro, nel raggio di sole che si fa strada di tra le persiane chiuse, nel suono monotono dell’onda sulla battigia, nel canto stridulo delle cicale, nel cespuglio odoroso del rosmarino … Scott, stamattina Lei è in ogni dove e come un dolce veleno mi circola nelle vene. Chissà se un giorno riuscirò davvero a non amarla più. Chissà!
Vado via per qualche giorno Scott. Ho bisogno di calma e silenzio per capire bene che cosa è giusto fare, stanotte pensavo di saperlo, ora non so … non lo so più.
Zelda

P.S. Una delle lettere che mi sono permessa di scrivere per conto di Zelda … certe predilezioni non sono casuali. C’è un principio di dissociazione in me? O anche peggio??? A chi verrebbe in mente di scrivere a Francis Scott Fitzgerald? C’è stato un periodo in cui io l’ho fatto e il bello sapete qual è? Goofy mi ha risposto. La rete mi ha offerto un novello Scott che rispondeva alle mie missive “dalla parte di Zelda” perorando le ragioni di “Scott”. Ho scritto lettere per mesi poi, come si conviene a chi è mosso dentro da un reale furore distruttivo, in una notte distrussi tutto … sono rimaste appena un paio di lettere nella mia cartella dei documenti. Una è questa. Delle lettere di Scott invece è rimasta traccia per un po' di tempo nel blog di Vanna, prima che cancellasse tutto anche lei a sua volta.

3 commenti:

  1. Cara Zelda,

    Lei presume e pretende troppo da se stessa, com'è nel suo temperamento. Nel bene come nel male. Lei mi definisce completo, quasi ormai non avessi bisogno che del mio stesso respiro, lasciando a se stessa il ruolo negativo di ingranaggio rotto, di incrinatura nella perfezione apparente del movimento meccanico. Nel frattempo ricorda la sua determinante presenza nella mia vita, ormai a suo dire superata; perlomeno superata in una direzione, distorta dalla mancanza di reciprocità che danneggerebbe la precedente armonia. Eppure, se mai sono davvero quest'essere in sé conchiuso e completo, lo devo a Lei, la cui presenza ha modellato e creato la mia attuale, e presunta, perfezione. Onde ne deriva che io sono la Sua creatura né più né meno di quanto Lei non sia l'incrinatura che spezza la mia autonomia rendendomi umano, vero e reale. Desidera davvero raccogliersi in meditazione e stabilire se e come proseguire il nostro rapporto, ma come Lei stessa ammette, non è possibile negare un sentimento che ci lega e ci legherà indefinitivamente, qualunque siano le strade che percorreremo in futuro... o la strada. Del resto, Lei ha sempre lavorato troppo d'immaginazione, dimenticando che niente avviene tra gli uomini in via unilaterale... L'umanità soffre dalla nascita di questa curiosa vanità, di questo bisogno di un ruolo, di una parte nel gioco della vita. Una parte unica, isolata, di un piedistallo su cui mostrare la propria abbiezza come la propria candida emozione. Vanità che a volte si rivela fonte di meraviglie inimaginabili, e a volte ci lascia in eredità solo rammarico e la dubbia certezza di aver fatto ciò che era giusto. Se non l'illusione di aver sacrificato la propria felicità per un bene superiore, per un amore più puro. Cosa resta dopo... resta la lingua, il verbo, l'idioma capace di trascendere e trasformare ogni cosa. Ora che grazie a te sono giunto a questa conchiusa perfezione, devo forse insegnarti a salire l'ultimo gradino? Mia cara Zelda, nulla è cambiato. Siamo forse cambiati noi? O forse io, o tu? Non era già tutto scritto una volta che m'insegnasti a salire sul piedistallo, ogni volta che si sale al patibolo? Non è forse ciò che accade a ogni genitore che cresce il proprio figlio per vederlo partire e allontanarsi, dovendo quasi per forza far sì che quest'allontanamento accada e si compia inesorabilmente?
    Suo Scott.

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  2. Amico caro, lei è adorabile ché per un istante mi ha regalato l'illusione di tornare indietro nel tempo, al tempo della febbrile co(r)rispondenza tra Zelda e Scott ... ho il dovere, tuttavia, di avvisarla che se dovesse arrivare Goofy tra noi, lo Scott che ebbe la ventura di co(r)rispondere con me per qualche tempo, e non è del tutto improbabile che primo o poi questo accada, la sfiderebbe ad un duello con tutti i sacri crismi. Le farebbe scegliere solo l'arma. E ho idea che entrambe optereste per la "parola" ... Notte, mio adorato. :)

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  3. Provvederò a munirmi dei migliori strumenti, onde affrontare il singolar tenzone con le dovute probabilità di successo, sicuro di vincere la battaglia ma di perdere la guerra. I miei omaggi e la mia gratitudine devota alla sua persona.

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