Il ponte

Il ponte
Quadro di Enzo De Giorgi

martedì 23 febbraio 2010

Passaggi sardi

Appena rientrato da una passeggiata a piedi per Dorgali. Avevo sete e sono uscito alla ricerca di un bar. Ho camminato per un po' tra strade e vicoli in un silenzio cui non sono più abituato. Sembrava non ci fosse nessuno. Ero solo. Poi per caso alzo gli occhi... balconi, finestre, verande... erano tutti lì, al buio, senza parlare, a guardare la strada e prendere il fresco.
Trovo un bar, compro l'acqua. Un litro e mezzo di effervescente naturale 1 €. Bene. Riprendo la strada per il B&B. Ancora silenzio. Ma adesso lo so, non sono solo. Li vedo, nella penombra, osservare. No, non è silenzio, oramai l'ho capito. Qui si parla con gli occhi. Come ad Orgosolo, quando ho circumnavigato il Gennargentu. Incontri e sapori traspirati attraverso la pelle, fatti di sguardi fieri e donne magre, anziane, vestite di nero, che attraversano vecchi vicoli come volassero... senza rumore. Orgosolo impressiona. Un luogo che parla attraverso i muri delle proprie case e con gli occhi di chi vi abita.
Prima di arrivare al B&B passo davanti la sede locale del PC. Al balcone, ringhiere con falce e martello. Fa un po' tenerezza. Sorrido. C'è una strana forma di attaccamento al passato in questa parte di Sardegna. Non arretratezza. Ma ancoraggio. In un luogo dove da sempre il tempo te lo guadagni, dove strappi via ogni giornata ad una terra dura come le rocce del Supramonte, ciò che trascorre vale di più, te lo sei conquistato, e non lo butti via come se nulla fosse... o per l'ultima reclam.

1 commento:

  1. Ah la Sardegna, che nostalgia Diego. "Bentu 'e machighine", credo si dica così che se ancora mi ricordo un po' della lingua di Ichnusa, quell'affascinante sandalo sperso nel Mediterraneo, dovrebbe significare "vento di follia" ... :)

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