Il ponte

Il ponte
Quadro di Enzo De Giorgi

venerdì 26 febbraio 2010

La luce delle Stelle

Come è bella quella stella
lassù in cielo, come brilla!
un coriandolo fatato
luminoso ed incantato

E' una stella un pò speciale,
bella storia a raccontare
e ora a letto! birichina
disse il babbo alla bambina

C'era una volta tanto, tanto tempo fa un mondo felice in cui pace ed abbondanza regnavano. I popoli avevano capito che le guerre erano inutili e che vivere in armonia era l'unica strada per prosperare. I bambini erano felici e alla sera, in braccio ai propri genitori, guardavano le stelle immaginando in quelle luci splendenti mondi magici, pirati e principesse.
E lassù in cielo le stelle giovani, che sapevano di una tale ammirazione, facevano a gara a brillare e a cambiare colore, mentre le stelle anziane, meno luminose, osservavano compiaciute i bambini e i loro sogni felici.
A una stellina in particolare di nome Tikky piaceva molto mostrarsi. Lei era la più vanitosa di tutte le stelle giovani, sempre intenta a specchiarsi e confrontare la propria luce con quella delle altre sue amiche. Ma a lei non bastava mai, voleva l’attenzione dei bambini, voleva essere la più bella e luminosa nel cielo.

Ma che bella questa storia!
dai racconta, son curiosa
la stellina luminosa,
chissà che combinerà!

Dovete sapere che le stelle, per poter essere così splendenti nel buio della notte, dovevano bere ogni mattina, al levare del sole, un poco di pozione magica chiamata “La luce della Gioia“, che veniva distribuita dal Saggio delle Stelle, anziano e autorevole capo degli astri.
Un bel giorno Tikky, stufa di dover contendere l’attenzione dei bambini, andò in casa del Saggio e rubò un‘intera bottiglia di pozione magica, bevendosela tutta in un sol fiato.
- Voglio essere la stella più luminosa, così i bambini guarderanno solo me.
Alla sera, il sole tramontò e le stelle cominciarono a brillare come al solito, ma a un certo punto un puntino luminoso cominciò piano piano ad essere più splendente: era Tikky. E la sua luce aumentava, aumentava, fino a coprire gli altri puntini e a diventare la stella più luminosa che c’era. Tutti i bambini si volsero verso quel bagliore che cangiava anche di colore, ora era giallo, ora rosso, ora blu.
- Che bello mamma. Guarda che luce. Ohhhh! – Esclamazioni di stupore e di ammirazione si levavano da tutte le case e gli occhietti, rapiti, cominciavano a sognare, ad immaginare.

Oh che gran putiferio
pasticciona lo è sul serio!
Stai a vedere, te lo dico,
un bel guaio io prevedo

Tikky era sempre più contenta e non faceva che pavoneggiarsi di fronte alle altre stelle.
- Guardate, guardate i bambini come sognano, come sono contenti!
E in effetti tutto stava andando come lei voleva. Ma ahimè Tikky non si accorgeva che la sua luce continuava ad aumentare sempre di più, sempre di più. E dopo aver oscurato le altre stelle, cominciò a trasformare la notte in giorno fino a quando non ci fu più nessuna differenza. Era sempre giorno.
E i bambini cominciarono a lamentarsi, non riuscivano più a dormire, non giocavano più, erano sempre stanchi. Ben presto mugugni e proteste si volsero verso il cielo e verso quella stella. Nessuno guardava più in alto e tutti cercavano un riparo da quella luce intesa.
- Uffa – Disse Tikky – Nessuno mi guarda più, guardano tutti in basso.
- Perché hai sbagliato – Il Saggio gli si avvicinò – Tutta quella pozione che hai bevuto ti farà brillare per sempre come un sole. La notte non ci sarà più e ti odieranno per questo.
Tikky scoppiò a piangere.
- Aiutami, Saggio, non sapevo, ora sono pentita. Come faccio a ritornare ad essere la stella di prima?
- Se mi prometti che non farai più una cosa simile, ti aiuterò
Il Saggio tirò fuori una boccetta e la diede a Tikky. Lei bevve e magicamente la luce cominciò a scendere. In un battibaleno ritornò la notte e un meraviglioso cielo stellato si rivelò agli occhi di tutti. E applausi e risate riempirono ben presto il vuoto, i bambini sorridevano e tutto tornò come prima. Anche Tikky era felice e giocava a nascondino con le sue amiche stelline.
Ancora oggi si parla di quella vecchia storia da cui è nato il detto:
“A brillare troppo si finisce per diventare ciechi”.
Babbo, babbo, che bellezza,
e che gioia, contentezza,
ma ora ho sonno e i miei occhietti
già si chiudon, poveretti

Dormi bene, piccolina
su riposa, sino a mattina,
coi tuoi sogni arcobaleno
ne faremo un mondo intero

Dedicato a Elena e a Gianni Rodari.


E vabbè, mi riposto anche io. Una favola di un paio di anni fa che tentai di raccontare una sera di bevute toppando e incasinandomi clamorosamente, credo ci fosse anche Giusy, non ne sono sicuro. Avevo bevuto troppo.
In ogni caso per una strana associazione di idee mi è venuto in mente questo pezzo e ho deciso di postarla, così, per strappare un sorriso.
La vera storia è: una sera di tanti anni fa, per "far addormentare" una bimba, non riuscivo assolutamente a ricordarmi una fiaba che fosse una, manco Pinocchio o Cappuccetto Rosso (che ho sempre odiato, perfettina e ligia come non mai: e nonna di qua e nonna di là...) quindi mi sono inventato questa storia. Alla bimbina deve essere piaciuta (anche perché se lo ricorda anche adesso) e continuava a chiederla e io la allungavo, aggiungevo personaggi, un po' come le tradizioni orali. E lei si addormentava.
Sono stati bei momenti, di padre.

8 commenti:

  1. Grazie Signor Bi. Un bellissimo racconto. Fortunata Elena ad avere un padre come te. Solo, giusto una cosa ...
    Non credo che ci fosse Giusy. Una storia così bella si sarebbe stampata indelebilmente nella sua memoria (se è vero come è vero che un po' la conosco, questa Giusy) ed invece è la prima volta che la sento questa bella storia. Un sorriso. :)

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  2. Allora deve essere con Patti&Mari, confermeranno. Ricordo solo di averla raccontata male, ma così male....

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  3. ... beh, ora hanno modo di leggerla e qui è raccontata bene, ma così bene ... un abbraccio.

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  4. Come disse il tale saggio Happiness is real only when shared.
    Bella bella bella sta storiella! Bravo Mauri. Sì mi ricordo che cercavi di raccontarcela e saltavi da una stellina a l'altra e cercavi di introdurci la stellina stronzina e noi, bevute più di te, non riuscivamo a stare dietro i tuoi salti acrobatici di parole! Ricordo le risate! :)
    Mi piace questo posto pieno di tante belle scritture! Ciao! patti

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  5. Complimenti, davvero. Una bella favola, con la sua bella morale. Concordo con Giusy, aggiungendo la mia ammirazione per un tal padre alla sua, il cui giudizio è peraltro ben più significativo, visto che ha potuto vederti all'opera. Anche la consapevolezza di sé, una sorta di eccesso in brillantezza, ci rende ciechi. In effetti, meglio sarebbe restare sempre in ombra, anche rispetto a noi stessi. Non al buoi completo, ma sempre leggermente sfuggenti, in ombra, poiché conoscersi troppo è un male, anche se l'antico oracolo decretava il "Conosci te stesso" quale somma saggezza... ma ricordava, anche: "Niente di troppo". E un eccesso di lucidità è deleterio quanto l'ignoranza di noi stessi. In summa, resta l'ammirazione per cotale opera d'arte. I miei omaggi.

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  6. Complimenti Maurizio per il tuo modo di narrare!
    ancora.
    E la stella ha un nome bellissimo!
    ancora complimenti!
    ciao a tutti!
    vanna

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  7. Grazie a tuttI, esperienza paterna per addormentare le bimbine :-)

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  8. Bella la storia di questa stella! Complimenti, e anche per il coro di voci che si ode in questo spazio...!

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